#08 Lezione 4 marzo: SO HAM - IO SONO QUELLO

All'interno delle discipline che stiamo indagando insieme, lo Yoga e l'Ayurveda, il concetto di cura di sé e degli altri è intimamente legato ad un concetto più ampio: "Anurakta", un termine sanscrito che letteralmente significa consanguineità

Anurakta significa proprio "condividere il sangue", condividere i tessuti sanguinei, i tessuti più importante che abbiamo, responsabili della nostra vitalità, la possibilità di essere vivi. 

Secondo l'Ayurveda non è possibile svolgere un'azione di cura se non si riesce a percepire questa sensazione di appartenenza e comunanza. 

La cura diventa quindi la percezione di una continuità fra se stessi e le altre persone. 

Per capire meglio questo concetto dobbiamo fare una piccola riflessione: in occidente la distinzione tra ciò che sono io, ciò che è mio e ciò che è l'altro è molto forte. Culturalmente percepiamo una differenza sostanziale tra il fare il nostro bene e fare il bene degli altri, anzi, molto spesso occuparci di noi stessi è un concetto che contiene l'ombra dell'egoismo, come se pensare a se stessi avvenisse a discapito di qualcun altro.

In oriente questa linea di demarcazione tra il proprio e l'altrui è più sfumata, perché è molto radicata l'idea che siamo tutti la stessa cosa anche se da un punto di vista della realtà manifesta c'è un confine, che ci distingue gli uni dagli altri e c'è una separazione corporea tra le cose.

In un'ottica orientale l'io e il tu non esistono, siamo UNO. Non sarebbe neanche corretto dire che siamo tutti nuotatori dell'oceano cosmico, perché siamo tutti l'oceano stesso. Quella che noi chiamiamo Anima, non è singola, ma è comune a tutti noi.

Esiste una sola grande anima, Brhaman Atman. 

In questa visone fare il proprio bene a discapito dell'altro è semplicemente impossibile, perché il proprio bene è il bene dell'altro, sotto sotto l'altro è me, io sono l'altro.

Tutto questo si riassume nel mantra SO HAM che significa IO SONO QUELLO

Se fare il nostro bene danneggia in qualsiasi modo l'altro dovremmo riflettere su ciò che è il nostro bene, perché molto probabilmente stiamo percorrendo la strada sbagliata. 

A livello quotidiano tutto questo si traduce ricordandoci che per prenderci cura dell'altro occorre prima prendersi cura di se stessi. Occuparci della cura dell'altro senza amorevolezza verso se stessi è molto pericoloso a livello energetico.

E anche a livello spirituale ricordarsi che la cura di se è prioritaria rispetto alla cura dell'altro è fondamentale perché solo così riusciamo a intendere la cura come un servizio, cioè come un'azione che espletiamo nel quotidiano in maniera semplice e spontanea, così come il sole ogni giorno si prende cura di noi senza aspettarsi nulla in cambio. 

Tutto questo per ricordarci che il concetto chiave da tenere a mente quando vogliamo prenderci cura di noi stessi e dell'altro è Anurakta, la nostra comunanza con tutti gli altri esseri. Un'invito a fare il meglio per noi stessi lasciando che questo meglio trabocchi e coinvolga anche gli altri, che sono noi.  


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